Dal “Poema Lustrale” di Empedocle

… chi risulta spergiuro per la colpa commessa,
dovrà migrare lontano dai beati, che come demoni longevi hanno raggiunto
la vita, per tre volte diecimila stagioni,
rinascendo attraverso il tempo in molteplici forme di corpi mortali,
permutando i procellosi cammini della propria esistenza.

Così ora sono esule anch’io per il decreto divino, ed errante
affidato all’astio furibondo,…

Perchè la forza dei venti li insegue fino al mare,
e il mare li ributta sul dorso della terra, e la terra contro i raggi
del sole possente, e questo li scaglia nel turbine dei venti:
ognuno dall’altro li riceve e tutti li aborrono.”

(Empedocle, Poema Fisico e Lustrale, ed. a cura di Lorenzo Gallavotti, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 1991, p.77, v.103.)

Empedocle, nato e vissuto ad Akragas (l’odierna Agrigento) nel V secolo a.C. è stato uno dei più eminenti filosofi presocratici sicelioti.

Il suo pensiero è noto soprattutto per la teoria cosmogonica dei quattro elementi classici (ριζώματα, rizòmata, ovvero “radici”), accanto ai quali egli pone Amore (Φιλότης), principio in grado di mescolarli, e Odio (Νεῖκος), principio della loro separazione.

Influenzato dai pitagorici, Empedocle elaborò un dottrina della reincarnazione e si oppose all’uccisione degli animali, sia a scopo sacrificale che nutritivo. Sembra sia stato l’ultimo filosofo greco ad aver messo per iscritto in versi le sue idee.

La sua morte è avvenuta in circostanze misteriose: secondo alcuni autori antichi, si sarebbe gettato volontariamente nell’Etna.

Donatella Pezzino

(fonte: wikipedia)

Nell’immagine: il mare di Acitrezza (CT), foto D. Pezzino