Due poesie di Fadwa Tuqan

Due poesie di Fadwa Tuqan

Un attimo

Desidero solo silenzio e quiete,
non parlarmi di cose del passato e del futuro
non parlarmi di ieri e non andare
all’indomani.
Questo attimo, per me,
non ha né prima né dopo
non ha più senso
ieri è scomparso quali echi e ombre
e l’ignoto domani si dilaga lontano
e non si vede più
sarà forse diverso di quanto han disegnato
le mani dai sogni tuoi e miei,
diverso di quanto desideriamo?
Questo attimo, e non altri tempi,
è un fiore che si apre nelle nostre mani:
senza frutti senza radici
ma è solo un fiore di spontanea bellezza,
teniamolo bene prima che si strappi,
amore mio!
*
Mi basta

Mi basta morire sulla mia terra
essere sepolta in essa
sciogliermi e svanire nel suo suolo
e poi germogliare come un fiore
colto con tenerezza da un bimbo del mio paese.
Mi basta rimanere
nell’abbraccio del mio paese
per stargli vicino, stretta, come una manciata
di polvere
ramoscello di prato
un fiore

*

Fadwa Tuqan, poetessa e saggista palestinese, nasce a Nablus il 1º marzo 1917. Viaggia molto in Europa e in Medio Oriente; negli anni Sessanta studia lingua e letteratura inglese presso la Oxford University. Nel 1967 la sua città natale viene occupata dagli israeliani: questo evento influenza la sua scrittura in modo definitivo. Nella sua poesia, i temi sono la lotta del suo popolo, l’Intifada, la sofferenza e le atrocità della guerra; ma anche la condizione della donna nel mondo arabo. E’ stata premiata con il Palestinians’ Jerusalem Award for Culture and Art e con altri riconoscimenti in Grecia, Italia e Giordania. E’ morta il 12 dicembre 2003. (fonte: Wikipedia)

Donatella Pezzino