Dal “Poema Lustrale” di Empedocle

… chi risulta spergiuro per la colpa commessa,
dovrà migrare lontano dai beati, che come demoni longevi hanno raggiunto
la vita, per tre volte diecimila stagioni,
rinascendo attraverso il tempo in molteplici forme di corpi mortali,
permutando i procellosi cammini della propria esistenza.

Così ora sono esule anch’io per il decreto divino, ed errante
affidato all’astio furibondo,…

Perchè la forza dei venti li insegue fino al mare,
e il mare li ributta sul dorso della terra, e la terra contro i raggi
del sole possente, e questo li scaglia nel turbine dei venti:
ognuno dall’altro li riceve e tutti li aborrono.”

(Empedocle, Poema Fisico e Lustrale, ed. a cura di Lorenzo Gallavotti, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 1991, p.77, v.103.)

Empedocle, nato e vissuto ad Akragas (l’odierna Agrigento) nel V secolo a.C. è stato uno dei più eminenti filosofi presocratici sicelioti.

Il suo pensiero è noto soprattutto per la teoria cosmogonica dei quattro elementi classici (ριζώματα, rizòmata, ovvero “radici”), accanto ai quali egli pone Amore (Φιλότης), principio in grado di mescolarli, e Odio (Νεῖκος), principio della loro separazione.

Influenzato dai pitagorici, Empedocle elaborò un dottrina della reincarnazione e si oppose all’uccisione degli animali, sia a scopo sacrificale che nutritivo. Sembra sia stato l’ultimo filosofo greco ad aver messo per iscritto in versi le sue idee.

La sua morte è avvenuta in circostanze misteriose: secondo alcuni autori antichi, si sarebbe gettato volontariamente nell’Etna.

Donatella Pezzino

(fonte: wikipedia)

Nell’immagine: il mare di Acitrezza (CT), foto D. Pezzino

Scavi archeologici a Francavilla di Sicilia

Prosegue la campagna di scavo che vede protagonista Francavilla di Sicilia, sito ubicato nella fertile Valle dell’ Alcantara, sul pendio settentrionale dell’Etna a circa 20 km dalla più antica colonia greca, Naxos. Il 16 ottobre scorso, l’equipe del Dr. Kristian Göransson si è nuovamente recata sul posto per una nuova fase del progetto, nato nel 2015 dalla collaborazione fra l’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma, il Parco Archeologico di Naxos e il Comune di Francavilla. In questa impresa Göransson, direttore dell’Istituto, si avvale del prezioso supporto degli archeologi svedesi Dott. Henrik Boman e Dott.ssa Monica Nilsson, di alcuni studenti e di alcuni esperti della British School at Rome.

Risalgono al 1979 i primissimi scavi archeologici effettuati a Francavilla quando, all’interno di un santuario arcaico dedicato a Demetra e Persefone, furono portate alla luce alcune terracotte (pinakes) di tipo locrese. Fra gli anni Ottanta e i primi anni del 2000, l’attività di scavo ha interessato l’area in modo saltuario, e per lo più durante la costruzione di edifici o strade; solo a partire dal 2003, in seguito all’espropriazione del terreno privato su cui si trova il sito, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali ha cominciato ad effettuare ricerche più organizzate e sistematiche. Si è giunti quindi al 2015, anno in cui l’Istituto Svedese di Studi Classici di Roma ha ottenuto l’autorizzazione ad uno scavo quadriennale.

Il sito oggetto degli scavi include una zona nei pressi di Palazzo Cagnone, edificio settecentesco di proprietà del Comune, a nord dell’area scavata nel 2003-2004. “Scopo principale dell’indagine dell’Istituto Svedese di Studi Classici” scrive Göransson “è fare luce sulla relazione del sito con la città di Naxos al momento della sua fondazione e, in una fase successiva, sull’ eventuale identificazione di Francavilla con Kallipolis, città a oggi non localizzata a cui Strabone fa cenno come subcolonia di Naxos. Il progetto mira anche allo studio delle relazioni tra la costa e le aree interne della zona e a chiarire l’influenza culturale dei Greci sull’ entroterra, in particolare la valle di Alcantara e la zona circostante Francavilla, in epoca arcaica e classica.”

L’identificazione certa di questo sito darebbe luogo ad una scoperta sensazionale: Kallipolis, infatti, non è mai stata individuata, e nulla si sa della sua storia se non che fu fondata nel VII secolo a. C. da coloni calcidesi della vicina Naxos e probabilmente distrutta dal tiranno di Siracusa Dionisio I nel 403 a.C.

Un’accurata indagine geofisica preliminare ha rivelato la presenza di resti archeologici ad una profondità di quasi 2 metri; in più, ha appurato che nella parte sud dell’area non esistono costruzioni di poca posteriore all’ antichità, cosa che agevola notevolmente i lavori di scavo. Negli ultimi mesi del 2016 è quindi iniziata la rimozione del terriccio con scavatrici e bobcat, subito seguita dallo scavo a mano.

Questa prima fase ha portato alla scoperta di reperti databili al IV secolo a.C. e di una zona fittamente pavimentata che si dirige verso nord. “Questa superficie” afferma Göransson “ è di difficile interpretazione, in quanto non sembra essere un pavimento né essere dovuta a un crollo.” Tali rinvenimenti confermerebbero la presenza in loco di un complesso di edifici antichi.

Per la conservazione e l’esposizione di tutti i reperti ritrovati dal 1979, è in allestimento la nuova sede museale del vicino Palazzo Cagnone. Attualmente, una parte dei pezzi è conservata al Museo siracusano “Paolo Orsi” ; il resto si trova a Francavilla, nel piccolo antiquarium di via Liguria.

Donatella Pezzino

Immagine 1 da  http://www.siciliafelix.it  

Immagine 2 da  https://www.gazzettinonline.it

Fonti: