La basilichetta paleocristiana di Palagonia

Nel territorio di Palagonia (CT), immersi nella natura, si possono ancora ammirare i ruderi di un singolare edificio di culto. Si tratta della basilichetta paleocristiana di San Giovanni, di cui restano l’abside a calotta e due sezioni di arcate laterali poggianti su colonne.

Secondo gli studi effettuati da Guido Libertini alla metà del secolo scorso, la datazione della struttura non può essere più antica del V secolo. Scrive in proposito lo studioso: “La chiesetta in questione non solo aveva una sola navata ma era uno dei rari esempi di basiliche aperte lateralmente, cioè che invece di muri perimetrali presentavano degli archi i quali potevano eventualmente essere chiusi da porte in legno, o latri, o da tendaggi, e probabilmente erano circondate da una area recinta (cortile o giardino)”.

L’estrema semplicità dell’architettura fa pensare subito ad una tipica chiesetta rurale, piccola (forse troppo per contenere i fedeli), a pianta rettangolare e ad una sola navata (lunga circa 10,7 metri, secondo il Libertini). Tuttavia, le condizioni dei resti non consentono di stabilire con certezza che aspetto avesse l’edificio originario e quali fossero le sue dimensioni. Le aperture laterali avrebbero effettivamente ovviato all’angustia dello spazio interno, permettendo all’uditorio di seguire le funzioni restando all’esterno.

Non tutti gli studiosi sono concordi con le conclusioni del Libertini, sia per quanto concerne l’epoca di costruzione, sia in merito all’impianto architettonico. Alcuni spostano in avanti la datazione, al VII o addirittura fino al XII secolo, periodo in cui il sito sarebbe appartenuto ai Cavalieri di San Giovanni. Altre voci ammettono l’esistenza di muri perimetrali, facendo cadere l’ipotesi delle aperture laterali: ciò permette di non escludere la possibilità che le attuali rovine potessero far parte di una struttura più ampia.

Donatella Pezzino

La foto di apertura è da booking.com, le altre da Tripadvisor.

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